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Risponde il consulente alla pari

Le risposte dei consulenti alla pari alle domande più comuni sul tema dell’affettività e della sessualità nella disabilità


Per le domande contrassegnate da un asterisco (*) sono presenti anche le risposte dei nostri esperti che sono consultabili nell’apposita sezione “Risponde l’esperto”

Gentile utente, ancora una volta mi vedo costretto a ricordare che questo sito tratta di problematiche, o comunque tematiche, legate alla sfera affettivo sessuale delle persone con disabilità e non di comuni problemi sessuali o ginecologici ai quali, non avendo nel nostro staff medici specialistici, non potremmo neanche rispondere. Pertanto il mio consiglio è quello di rivolgersi il prima possibile ad un medico specialista. Tuttavia vorrei comunque darle alcune informazioni che ovviamente non hanno alcun valore medico scientifico.

Anche se neanche tra gli specialisti c’è una posizione unanime a riguardo, indicativamente si ritiene che nel liquido pre-eiaculatorio ci possa essere presenza di spermatozoi ancora vitali. Tale presenza potrebbe dipendere anche da residui di sperma rimasti nell’uretra da un precedente rapporto sessuale. Dopo l’eiaculazione infatti gli spermatozoi possono rimanere vitali nell’uretra per circa 5 ore, ed essere quindi “spinti fuori” dal liquido pre-eiaculatorio durante un rapporto successivo. La quantità di spermatozoi è variabile (da bassa a assente) ma, nonostante la limitata quantità e le probabilità di gravidanza estremamente basse, il liquido pre-seminale è tecnicamente in grado di fecondare un ovocita.

Alcuni preservativi utilizzano un lubrificante che funge da spermicida ma, ammesso che quello da lei utilizzato rientri in questa categoria, l’efficacia è tutt’altro che garantita. In genere gli spermatozoi restano vitali per pochissimo tempo all’aria, ma sicuramente per il tempo necessario per girare un profilattico (pessima idea) e riprendere il rapporto. In conclusione, per quanto trovato online, la risposta alla sua domanda è si, il liquido pre-eiaculatorio potrebbe mettere incinta una donna.

Rinnovando l’invito a consultare un medico specialista, le porgo i più cordiali saluti.

Salve, grazie per la sua domanda. Come potrà ben capire questo servizio non può in alcuna circostanza fornire indicazioni e risposte di carattere medico, non essendo questo lo scopo del progetto “Le porte rosse” e non avendo all’interno del nostro staff le professionalità idonee e deputate a farlo. Per quanto riguarda l’aspetto clinico della sua domanda la invitiamo pertanto a rivolgersi al suo medico di famiglia o ad altro specialista.

Tuttavia, è sufficiente fare una breve ricerca online per rendersi conto che tra i potenziali effetti collaterali dovuti all’applicazione di piercing o microdermal, oltre a infezioni, infiammazioni o reazioni allergiche, c’è anche la formazione di cheloidi e cisti sottocutanee. Ammesso che il problema insorto sia dovuto al piercing però, personalmente non credo sia così determinante il fatto che venga applicato durante il rapporto piuttosto che in altre circostanze, a meno che ovviamente non sia dovuto all’intensità col quale il nipplegem viene stimolato durante il rapporto stesso. Tenga conto che parliamo comunque di una zona già di per se molto delicata.

Rinnovando l’invito a contattare un medico, le indico alcuni siti dove può comunque ricavare informazioni utili riguardo al problema segnalato. Saluti e buona fortuna per tutto.

Gentile utente, la ringraziamo per aver condiviso la sua storia con noi.

La mancanza di opportunità, la paura di un rifiuto, l’idea che la carrozzina ci renda meno “attraenti” agli occhi di una donna, sono certamente difficoltà oggettive che molto spesso però noi stessi ingigantiamo con le nostre insicurezze, le nostre paure e il nostro senso di inadeguatezza, che ci frenano e ci inibiscono nell’atto di approcciarci con l’altro sesso. La conseguenza di tutto questo è spesso l’impossibilità di vivere a pieno la nostra vita affettiva, sessuale e relazionale. Il primo consiglio è quindi di non chiudere le porte alla possibilità e alla “speranza” di incontrare una donna con la quale poter instaurare un rapporto stabile, con la consapevolezza che un punto di partenza svantaggiato richiede si un maggiore impegno ma non preclude niente.

La sua reticenza nel dover pagare in cambio di sesso e il senso di colpa anche per aver solo pensato a questa soluzione, denota un grande rispetto nei confronti delle donne e della loro dignità che le fa certamente onore. Quello che lei desidera però non è un capriccio, ma un’esigenza fisiologica e del tutto naturale, sia a livello fisico che psicologico. Tenga inoltre conto che solitamente questo genere di professioniste, a differenza delle prostitute che esercitano in strada, non sono vittime di sfruttamento e non svolgono la propria attività sotto costrizione ma in maniera libera e consapevole. Pertanto, la scelta di rivolgersi a una escort, che per di più ha già avuto esperienze con persone disabili e che si è mostrata gentile e disponibile in tal senso, non dovrebbe a nostro avviso essere ritenuto da parte sua fonte di imbarazzo o vergogna.

Qualora decidesse di fare questa esperienza ci farebbe piacere raccogliere la sua testimonianza con le sue impressioni.

Caro/a utente,

vivi una condizione per il 100% dipendente dagli altri, sicuramente se la istruisci una donna, potrebbe riuscire a farti fare un passaggio, ma cateterismo, vestizione, sono d’accordo con te, per un rapporto occasionale è un bel casino.

Non so se tu hai fratelli, sorelle, se hai amici intimi, dovresti crearti una rete, che al momento giusto, tu sai che loro ci sono, per assisterti, eventualmente stare in una stanza vicina, o semplicemente fuori della porta al bisogno.

Per avere un rapporto occasionale bisogna che tu sia in giro, in giro qualcuno ti ci deve aver portato, i tuoi amici ti devono saper fare un cateterismo, dovresti istruirne un paio, anche tuoi “colleghi” paraplegici, che loro sono molto esperti e farlo a te sarebbe un attimo, con l’aiuto di una partner o un normodotato amico. Quindi, quanto senti che una uscita può finire in rapporto, ti devi far accompagnare dall’amico giusto, che al momento giusto ti porta dove dici tu e fa tutto quello che gli chiedi, cosi che tu possa avere il tuo momento di semi intimità, ma sarebbe comunque molto bello immagino.

Sei stato sfortunato, purtroppo la privaci al 100% è difficile, ma se riesci a crearti una rete fidata di amici, potresti riuscire nell’intento, io ho amici super tetra che si sono fatti una famiglia, hanno avuto figli, il passo è riuscire a lasciare casa, lasciare i genitori e con assistenti personali, o con amici, o conviventi, riuscire a fare un passo oltre. So che è molto difficile. Ma non impossibile.

La risposta del consulente alla pari

Caro/a utente, ci vorrebbe la sfera magica per capire davvero fino infondo le intenzioni di qualcuno, ma sicuramente i segnali ci sono e forti.

Direi innanzi tutto se una persona è chiara, limpida e fa quello che dice, siamo sulla buona strada.
Nel senso, se dopo pochi minuti di chat chiede foto erotiche, si è palesato per il tipo di rapporto che desidera.

Se cerca di conoscerti intimamente, ben venga, ma io dopo i primi incontri suggerirei se davvero si ha interesse per qualcuno di incontrarlo fisicamente, perché altrimenti ci si costruisce un personaggio virtuale in testa, poi lo si incontra, e metti che non ci piace l’odore, o non sopportiamo i suoi modi di fare, ed abbiamo sprecato tutto quel tempo ad idealizzare una persona che poi nella realtà ci fa accapponare la pelle.

Se è una persona che cambia continuamente idea, la eviterei. Se trova mille scuse per non vederti, la eviterei. Se è una persona invece con cui parli bene, ci fissi, la vedi, va tutto bene e fa quello che dice, senza mai il bisogno di trovare scuse e se è una persona che ti cerca, be allora ci farei un pensierino, perché è scientificamente provato, che se qualcuno ti vuole, ti cerca. Se qualcuno fa a meno di cercarti, chiaro segnale che sta giocando o non ti vuole, per lo meno, nel senso in cui la vuoi tu.



La risposta del consulente alla pari

Caro/a utente, premetto che non sono un frequentatore assiduo di chat.

Tu parli di malintenzionati. Qui bisognerebbe distinguere tra chi è interessato solo ad ottenere un rapporto sessuale occasionale e chi invece nasconde intenzioni ben peggiori.
Nel primo caso, se non si è troppo ingenui, i segnali si riescono a cogliere. Questi soggetti generalmente non amano “perdere troppo tempo” e diventano ben presto piuttosto espliciti, sia nel linguaggio che nelle richieste. Difficilmente qualcuno cerca di conoscerti a fondo e ti corteggia a lungo solo per ottenere un rapporto occasionale. È inutile negare però che esistono anche soggetti più subdoli e pericolosi, le cui reali intenzioni possono essere più difficili da individuare.

Purtroppo il lato più oscuro di internet è proprio quello di non conoscere l’identità di chi sta “dall’altro lato del filo” o peggio ancora, credere di conoscerla.
In realtà però, non penso che le chat siano quel covo di terroristi, pedofili e maniaci che molti credono, almeno non più di quanto lo sia la società reale.

Il mio consiglio pertanto è quello di applicare sul web quelle norme di buon senso che applichiamo nella vita di tutti i giorni. Se si conosce qualcuno sulla chat ad esempio e si decide di incontrarlo dal vivo, una buona norma potrebbe essere quella di dare il primo appuntamento in un luogo pubblico e affollato o non andare ad un appuntamento da soli.

Per quanto riguarda la mia esperienza personale, la cosa più dura da accettare è stata la “non sensazione” fisica durante l’atto sessuale, né piacevole né spiacevole, né gradevole né dolorosa, legata alla mancanza di sensibilità dal collo in giù. Ovviamente ero consapevole del fatto che sarebbe stato così ma, una cosa è aspettarselo e un’altra è provarlo. E’ una cosa “innaturale” che ti spiazza e alla quale non ti abitui mai. Certamente poi subentrano altre componenti come l’affettività, l’emotività, il “piacere di procurare piacere” alla tua compagna, compagno o quello che è… ma la mancanza di quella componente è molto pesante.

 

La mia disabilità non ha mai rappresentato un problema nel primo approccio con l’altro sesso, o almeno io non l’ho mai vissuto così, perché la lesione non ha cambiato il mio modo di essere, la mia personalità e il mio modo di relazionarmi alle persone o all’altro sesso. Quando è cominciata la mia “seconda vita”, mi è capitato più di una volta di “allontanare” sul nascere storie che “potenzialmente” stavano diventando importanti per non aggiungere sensi di colpa ai sensi di colpa, quando ero più giovane. Non avrei mai sopportato l’idea di poter condizionare la vita di un’altra persona dopo aver già inevitabilmente condizionato quella dei miei familiari. La parola “allontanamento” è comunque una forzatura, in realtà non ho mai cacciato nessuno… Forse sarebbe più corretto dire che, in alcune situazioni, quando ho capito che sia per me che per la mia partner il rapporto si stava evolvendo, la mia testa mi ha suggerito di tirare il freno , mentre il mio cuore avrebbe voluto spingere sull’acceleratore. Perché ci possiamo girare intorno quanto vogliamo, ma vivere accanto a una persona con la mia lesione, che ha bisogno di assistenza h24, la vita te la condiziona eccome e a vent’anni non me la sono sentita di far vivere a una mia coetanea tutto questo. Oggi, a quarantatré anni suonati vedo tutto e ragiono in modo diverso. Le scelte di vita che si fanno a questa età sono più consapevoli e razionali, sia le mie sia quelle di un’eventuale compagna che adesso non avrei problemi a coinvolgere nella mia vita.

Quella della sensibilità è una questione piuttosto complessa, perché non è solo un problema di presenza o assenza ma anche di percezione alterata degli stimoli. In alcune zone dove c’è un’alterazione della percezione, anche il più delicato dei gesti, come un bacio o una carezza, può provocare una sensazione spiacevole se non addirittura dolorosa. Infatti, ci sono zone del mio corpo o che hanno una “iper sensibilità”, dovuta a una sensibilità residua, che a volte rende insopportabili anche il semplice sfregamento di una t-shirt… ovviamente cambia da persona a persona ma anche da un giorno all’altro… La partner ovviamente è libera di stimolarmi in quelle parti, ma se proprio fosse una di quelle giornate “storte” non mi farei problemi ad esporle il problema… Da questo punto di vista, una complicità e una conoscenza più profonda dell’altro sicuramente aiuta. Per questo le zone erogene sono limitate a quelle parti dove c’è ancora sensibilità ma non un’alterazione… Quindi nel mio caso la parte laterale del collo, le spalle e le orecchie. Per sopperire alla mancanza di sensibilità fisica diventano poi ancora più importanti gli altri tipi di stimoli sensitivi, quelli visivi, i suoni o gli odori. Anche gli stimoli psicologici e quindi i pensieri erotici, sono molto importanti, perché non potendo appagare appieno il corpo diventa fondamentale che lo sia almeno la mente, altrimenti credo che ci sarebbe una inevitabile perdita di desiderio e di interesse rispetto alla sfera sessuale.

La disreflessia è l’espressione di una risposta fisiologica alterata a stimoli cutanei o viscerali. I sintomi possono essere molti, anche molto violenti e pericolosi e altrettante possono essere le cause scatenanti. Tra i sintomi più comuni ci sono un aumento della pressione arteriosa, bradicardia e fortissime cefalee che, fortunatamente, solo in casi limite potrebbero portare a conseguenze estreme come l’attacco cardiaco; ma certo non è né automatico né così comune. Resta comunque una patologia piuttosto invalidante che non permette di vivere a pieno la propria vita sessuale e alla quale purtroppo non esiste una cura, se non dei rimedi estemporanei per alleviarne i sintomi durante la fase acuta della crisi. L’unica soluzione è quella di individuare la causa scatenante e interrompere lo stimolo che la provoca.

Credo sia un aspetto fondamentale, tanto nelle prime fasi, quelle dell’approccio, della conoscenza e della scoperta reciproca, in particolare per persone come me che, avendo un’immobilità pressoché totale, utilizzano molto lo sguardo e le espressioni per comunicare, sia in una fase più consolidata, per mantenere un senso di leggerezza e di giocosità del rapporto.

La mia “grande tristezza” è sempre stata la mia impotenza, ma non ho mai cercato una cura, o meglio, anche se fossi particolarmente dotato a livello fisiologico e strutturale, comunque non avrei comunque la sensibilità e la percezione dei miei genitali.

L’assunzione di medicinali per avere un’erezione a mio avviso non è una soluzione soddisfacente.

1) non ho comunque sensibilità e non ho percezione del rapporto

2) posso avere delle gravi crisi disriflessiche avendo una lesione alta.

Di pro ci può essere una soddisfazione visiva, ma il gioco per quanto mi riguarda non vale la candela: chiaramente è un parere del tutto soggettivo.

Io posso parlare rispetto alla mia esperienza di maschio paraplegico con una donna non disabile: quando si usa il pene si è in un condizione di essere distante dal/dalla partner. Le posizioni in qualche modo sono obbligate. Vi sono un’ansia ed una tensione emotiva e fisica crescenti che non ti permettono di lasciarti andare, perché non capisci bene cosa stia succedendo… e come regolarti. Con i sex toys, invece, tu sei pienamente protagonista: hai la tua donna fra le braccia, o in qualsiasi altra posizione, in cui puoi vederla e godere della vista, e le puoi dare piacere in vario modo, anche attraverso il supporto di sex toys. Puoi abbracciarla con una mano e con l’altra effettuare vari tipi di stimolazione, in maniera complice e condivisa .. Insomma: una giostra del piacere, condiviso, giocoso e godereccio. E’ disponibile una scelta infinita di sex toys e sex machine, per giocare insieme: non a caso si chiamano Toys, cioè giochi. Una stimolazione mentale ed una condivisione intensa, dall’effetto molto più potente di quello prodotto, ovviamente parlo solo in base alla mia personale esperienza, attraverso il ricorso a medicinali come il Viagra o il Cialis o addirittura, secondo alcune esperienze riportatemi in un orizzonte di scambio e confronto tra pari, dal possibile inserimento di una protesi peniena interna, un intervento molto invasivo, irreversibile, che espone ad un alto rischio di infezioni e demolitivo, dato che presuppone l’asportazione dei corpi cavernosi e di un testicolo.

Ormai siete entrati in un contatto frequente ed assiduo: tu le hai chiaramente detto che hai una disabilità e quale, quindi ora è una sua libera scelta se conoscerti dal vivo.

Questo tendenzialmente ti regala la libertà di sentirti libero di essere te stesso: per il primo incontro, scegli un luogo accessibile in cui sai che ti trovi bene, a tuo agio e magari conosci l’atmosfera, il personale, i clienti abituali. Scegline uno con un bagno vicino nell’eventualità tu debba usufruirne: cosi ti sentirai bene al sicuro. Per il resto, sii te stesso: se decide di incontrarti è perché la hai incuriosita e le trasmetti un senso di piacevolezza e benessere: andrà tutto bene.